La Sidertaglio Lamiere è specializzata nella lavorazione delle lamiere piane.
Le lamiere piane, cioè derivate da un processo meccanico noto come Laminazione, si dividono in sottili (spessori inferiori a 2mm) , medie (spessori compresi tra 2 e 4mm) e grosse (spessori superiori ai 4 mm). La Sidertaglio Lamiere lavora prevalentemente le lamiere grosse. L’acciaieria produce mediamente 4 tipi di semi prodotti sia che utilizzi l’altoforno (ciclo continuo basato sul minerale di ferro e carbon coke) od il forno elettrico (riciclo rottame grazie alla fusione tramite arco elettrico). Questi semi prodotti sono: la billetta, il blumo, il lingotto e la bramma. Per quanto riguarda le lamiere piane la bramma è il semiprodotto dal quale parte il procedimento di laminazione.

Le lamiere strutturali sono il prodotto più usato nel settore metalmeccanico. Vengono utilizzate per la produzione di infrastrutture quali viadotti e ponti, per la produzione di macchine industriali, per la produzione di altri prodotti siderurgici derivati quali profili come le travi e molti altri. Se oggi siamo nell’era dell’acciaio è soprattutto perché abbiamo le lamiere strutturali piane che hanno dato un contributo fondamentale alla prima Rivoluzione Industriale. Esse vengono laminate dall’acciaieria e successivamente lavorate tramite il taglio a misura (ossitaglio, taglio al plasma, taglio laser, punzonatura automatica, water jet). Possono essere anche piegate o calandrate, allungate o compresse, ovvero subire una modifica plastica in modo da ottenere il manufatto finale desiderato. Esistono particolari fattori delle lamiere piane che ne determinano un buon utilizzo, uno di questi e forse anche il più importante è la saldabilità.

La carpenteria generica o specializzata pone molta attenzione a questa proprietà dell’acciaio strutturale perché il Ceq o Cev, è l’attore principale quando si parla di unire due pezzi tramite saldatura, Il valore di saldabilità è direttamente collegato all’elemento chimico del Carbonio ( simbolo C). Il Carbonio è un elemento fondamentale, visto che come dicevamo la volta scorsa, l’acciaio in natura non esiste ed il primo prodotto che l’acciaieria ottiene dalla fusione del ferro ( simbolo FE) con il carbonio …è la ghisa. Tramite processi siderurgici, l’acciaieria otterrà la decarburazione, cioè la riduzione del C (carbonio) nella colata, in modo da poter passare dall’iniziale cementite (Fe3C) all’acciaio. Per non tediare troppo con dati accademici e semplificare per un utilizzo più pratico, possiamo dire che una forte percentuale di C inficia la saldabilità ergo per ottenere una lamiera saldabile bisognerà ridurre assolutamente il C che nello specifico delle lamiere da treno (composte da acciaio semiduro) è attorno allo 0,16 -0,18 %.

Le lamiere strutturali, ovviamente, sono accompagnate da un certificato che testimonia il ciclo produttivo di realizzazione dall’analisi chimica dell’acciaio liquido alla procedimento meccanico di laminazione, all’eventuale trattamento termico. Tutto questo è regolato da norme europee e nello specifico a regolare la produzione delle lamiere piane grosse è l’EN 10025. Nel certificato del produttore è fondamentale avere il nome del produttore, le norme che regolano la compilazione del certificato, le norme che regolano la produzione del prodotto, le norme che regolano le caratteristiche dimensionali del prodotto, l’analisi chimica della colata iniziale, le caratteristiche delle prove meccaniche distruttive quali l’allungamento, la trazione, la piega, lo snervamento, l’eventuale trattamento termico successivo alla laminazione, il controllo ultrasuoni ed altri particolari che tratteremo in seguito.

Il certificato d’acciaieria o mill test certificate (MTC) è la carta d’identità della lamiera. E’ l’unico documento che attesta la bontà del prodotto e senza questo documento nell’eventualità ci fossero dei problemi durante la lavorazione, non possiamo risalire al produttore ergo non possiamo eventualmente contestare la bontà della lamiera. La Sidertaglio Lamiere, da decenni, lavora con produttori qualificati ed ogni lamiera utilizzata ha la sua carta d’identità. Utilizziamo preferibilmente il materiale in S355J2+N ovvero una lamiera che ha caratteristiche meccaniche di carico di rottura (valore certificato Rm) ed un punto di snervamento (valore certificato Reh o Rp02) ottimali per la lavorazione plastica unite ad un’ottima saldabilità garantita da un valore di carbonio equivalente (Ceq o Cev ovvero indice di saldabilità) ottimale e normato.

Suddette lamiere (S355J2+N) hanno subito anche un trattamento termico post laminazione in modo da garantire l’eliminazione delle tensioni strutturali interne dovute alla pressione subita nel ciclo produttivo. Il trattamento di normalizzazione che può essere tramite fine laminazione in controllo di temperatura o con la collocazione della lamiera in un forno apposito, permette di avere un prodotto che meglio reagirà alle sollecitazioni dovute al taglio a caldo oppure alla piega o calandratura. La ricerca di prodotti sempre più performanti, di produttori di qualità unita alla pluridecennale esperienza nella lavorazione delle lamiere ci permettono di garantire sia la qualità del prodotto di partenza che la performance produttiva. Da una buona bramma si ottiene una buona lamiera e partendo da una buona lamiera si taglia, piega, calandra e salda meglio.

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